7 Corriere della Sera
NICOLA PUCCI
Fondazione Mudima – Milano – inaugurazione 13 gennaio 2022
A cura di Dominique Stella Il mondo non è cosi ovvio. Per chi sa osservarlo, l’evidenza è soltanto illusoria, e la pittura di Nicola Pucci gioca con l’illusione come artificio della realtà. Dipingere, per lui, è aprire gli occhi, spingere le porte, aprire i cassetti, è esplorare universi inediti e inventare giochi in equilibrio in- stabile. I quadri di Nicola Pucci si costruiscono in un curioso disordine di personaggi, animali, luoghi, situazioni paradossali, la cui evidenza risiede solamente nella volontà dell’artista di farne nascere un dipinto. E questo disegna un’opera di innesti improbabili, incontri frontali e associa- zioni instabili. Le coppie e gli opposti (miniatura-immensità, dentro-fuori, animale-figura umana, forza-fragilità) trasmettono un’esperienza plastica della poetica dello spazio: i giochi di espansione e ritrazione aprono la via a un’immaginazione ancorata a una realtà onirica e istintiva.
Secondo i codici pittorici, l’arte di Nicola Pucci potrebbe essere definita realista, poiché coglie una certa realtà, abbastanza ordinaria per certi versi, nella rappresentazione perfetta che sa catturare fe- delmente, nello stile classico di chi sa disegnare e dare un corpo pittorico al mondo che osserva. Ma questa apparente stabilità non è così cartesiana. Pucci supera il limite del figurativo creando sulla tela un discorso narrativo, sotto forma di composizioni frammentate, di una figurazione stilizza- ta che l’artista decostruisce attraverso sequenze che disturbano l’immagine. Nascono così collage che si sfrangiano in simulazioni improbabili di scene antagoniste, costruendo universi di contrasto, ambigui e paradossali. L’esperienza pittorica di Nicola Pucci rimette in discussione i codici della prospettiva, e si articola attorno a un sistema complesso che mira a immergere lo spettatore in spazi destabilizzati. L’artista gioca con la figura, con precisione, per meglio cancellarla e corromperla.
È un sistema di costruzione-decostruzione che crea l’opera e le conferisce materia e forza singo- larmente attive. Perché nella pittura di Nicola, lo sforzo fisico, lo slancio, creano un movimento indissociabile dalla sua tecnica che nella decostruzione, soprattutto quella dei visi, può ricordare le opere di Francis Bacon, in modo più dinamico però, e anche meno tragico. La velocità in Pucci è parte integrante della sua tematica ed egli la tratta spesso attraverso un animale (Salto sul tram III, 2019, Allenamento, 2019), uno sportivo intento nello sforzo (Salto Stazione, 2016, Scatto, 2018, Corrida II, 2018), ma anche nel soffio anodino di una bolla che si gonfia (Serie delle bolle). Diverse ossessioni animano lo spirito di Pucci che le declina in tematiche ricche di opere sorpren- denti: incontri animali totalmente improbabili; sportivi nel pieno della fatica – ciclisti, corridori, subacquei, giocolieri … -, visi di pugili deformati per l’impatto di un pugno. C’è anche la serie delle bolle, soffio d’aria vitale, concentrazione che rende insostituibile l’istante; che appaiono come un sospiro, e divengono forza di vita contro il soffocamento. Scoprire che sono state dipinte durante il lockdown, le rende necessarie come una boccata d’aria. Ci ricordano i Corpi d’aria di Manzoni, in modalità pittorica.
Non è uno stile che può fissarsi in una rappresentazione oggettiva. Se la pittura è figurativa, lo è in maniera cancellata, tormentata, rinnegando il contorno e la forma per raggiungere un’impressio- ne, una sensazione. Proprio come la materia stessa, che sembra amalgamata e poi raschiata, elabo- rata per strati semi cancellati che si ricompongono in un collage aleatorio di consistenze sfocate; che eliminano la nitidezza, a favore di un’impressione colorata, quasi astratta, in alcune parti del quadro. L’opera di Nicola Pucci è perfettamente ambigua, si destreggia tra delicatezza e forza bru- tale, tra rappresentazione e decostruzione, tra precisione e cancellazione; sempre fuori sincronia rispetto al reale, in una concezione dello spazio che sovrappone realtà totalmente contraddittorie